Le novità introdotte dalla riforma del processo civile

L’avvocato Andrea Frangipane, Partner Andersen specializzato in assistenza legale e giudiziaria, commenta in un articolo di Italia Oggi Sette la Riforma sul processo civile entrata in vigore con la Legge di Bilancio 2023.

Fra i macro obiettivi previsti dalla riforma rientrano semplificazione, speditezza e razionalizzazione di ciascun grado di giudizio, da raggiungere attraverso la digitalizzazione e la promozione dei principi di chiarezza e sinteticità degli atti processuali e dei provvedimenti dei giudici, affiancati dalla collaborazione fra le parti. In particolare, è prevista la valorizzazione sul rito semplificato (ex sommario), che dovrebbe diventare il rito più frequentemente utilizzato. Ciò comporta lo stravolgimento della fase introduttiva, che prevedrà la deposizione delle memorie istruttorie e la definizione di thema decidendum e probandumi antecedente alla prima udienza. Inoltre, nel giudizio di appello, sarà abolito il c.d. filtro, un istituto introdotto di recente che ha trovato scarsa applicazione. Infine, è stato introdotto l’istituto del rinvio pregiudiziale in Cassazione, che darà la possibilità al giudice di merito di ricorrere a specifici presupposti e di riporre la risoluzione di una questione giuridica alla Corte di Cassazione.

In questo contesto, appaiono mancare i presupposti per raggiungere l’obiettivo generale di velocizzare i processi, in assenza di investimenti adeguati in risorse umane e organizzative. Infatti, si prevede per il 30 giugno 2023 l’entrata in vigore della possibilità di deporre telematicamente gli atti, ma non è detto che gli uffici siano pronti per quella data: le dotazioni tecniche e il personale adatto per attuare la riforma potrebbero non essere ancora in forza. Saranno dunque la capacità di adattamento degli uffici giudiziari e l’approccio della magistratura rispetto ai nuovi istituti a determinare l’efficacia dell’iniziativa.

“Sembra che le nuove norme non potranno incidere concretamente sulla riduzione effettiva della durata dei processi, come accaduto con il rito societario, ma rischieranno solo di comprimere eccessivamente il contraddittorio, con conseguente lesione del diritto di difesa”, ha commentato Ferrandi. “È comunque interessante il potenziamento del processo arbitrale con il riconoscimento della competenza degli arbitri in materia cautelare e con la codificazione dell’arbitrato societario.”