Andrea De Vecchi e Olaleye Adebiyi commentano la situazione politica nigeriana

Il 25 febbraio si sono tenute le elezioni presidenziali nigeriane, che hanno messo a confronto 18 candidati, fra i quali è presente un’unica donna. Fra i possibili vincitori in realtà ci sono solamente Bola Tinubu e Atiku Abubakar, rappresentanti dei due partiti che si sono divisi il potere dal 1999 a oggi, e Peter Obi, esponente del Labour Party, l’unico valido concorrente ai due veterani in testa.

Queste elezioni sono state dichiarate da alcuni “le più importanti del mondo nel 2023”, dato che decideranno le sorti del paese più popoloso dell’africa e il primo per dimensione del Pil, ma nel quale la disoccupazione supera il 37% e oltre 90 milioni di cittadini vivono in povertà assoluta, ossia con meno di $1,9 al giorno. Inoltre, la situazione politica del paese è resa instabile dalle milizie di terroristi presenti nel nord, incalzate dalla nebulosa jihadista di Boko Haram e altri gruppi che operano nel vuoto lasciato dalle autorità. A loro sono legate diverse forme di delinquenza, fra le quali i furti di petrolio che riducono la produzione di barili e compromettono i ricavi del boom petrolifero che ha seguito la crisi ucraina. In questa situazione, la popolazione guarda con disprezzo alle autorità, ritenute corrotte e incompetenti. Inoltre, la cattiva gestione del debito pubblico e l’attuazione di politiche autarchiche a difesa della naira, la valuta nigeriana, hanno avuto l’effetto di allontanare gli investitori internazionali e rafforzare il mercato nero.

Tuttavia, nel terzo trimestre del 2022 il PIL nigeriano è cresciuto del 2,4%, segnalando un’espansione legata non solo all’industria petrolifera, come dimostra la crescita del 7% dei servizi e dei settori della manifattura, della finanza, delle costruzioni e dell’agricoltura. In questo contesto, Lagos rappresenta un importante centro d’innovazione in un paese dove l’età media è di 18 anni e quasi il 40% degli elettori non ha più di 34 anni.

Andrea De Vecchi, country manager partner italiano e co-managing partner europeo di Andersen, e Olaleye Adebiyi, CEO di Andersen in Nigeria, hanno commentato: “una crescita sana dell’economia nigeriana dovrebbe essere sorretta da diversi interventi: politiche monetarie rigorose contro l’inflazione e allentamenti successivi per ridare fiato all’economia, eliminazione dei sussidi ai prodotti petroliferi, promozione di investimenti privati, politiche di industrializzazione. L’agenda dovrebbe dilatarsi su scadenze più lunghe di un mandato, chiunque lo presieda.” Ma in fondo, ha aggiunto Adebiyi, “la Nigeria conta su un’arma che dipende proprio dal tempo: la popolazione giovane, il principale motore di sviluppo.”