Riforma Cartabia e arbitrato: evento con Guido Romano, uno dei componenti della commissione per la riforma

Guido Romano, giudice del Tribunale delle imprese di Roma, che ha contribuito attivamente alla cosiddetta Riforma Cartabia che rinnova il processo civile, è uno dei relatori di punta del convegno Spigolature sul procedimento cautelare e sull’arbitrato che si tiene presso la Corte di Appello di Brescia il 12 aprile.

Con l’obiettivo di ridurre i tempi dei processi, rafforzare il principio della ragionevole durata e migliorare l’efficenza dell’apparato amministrativo, la riforma modifica la disciplina del processo civile di cognizione, del processo di esecuzione, dei procedimenti speciali e degli strumenti alternativi di composizione delle controversie.

Il 28 febbraio, infatti, è entrato in vigore il nuovo processo civile riformato dal Dlgs 149/2022 (in attuazione alla legge delega 206/2021). La Riforma Cartabia ha lo scopo di accelerare i tempi del processo, adempiendo agli obblighi assunti dall’Italia nei confronti dell’Unione Europea attraverso il Pnrr. Il riassetto formale e sostanziale della disciplina dei vari procedimenti, avverrà attraverso interventi sui Codici di procedura civile, penale e su numerose leggi speciali, al fine di semplificare, velocizzare e razionalizzare il processo civile.

 

Il seminario di Brescia, moderato dal partner Andersen, Maurizio Onza, professore ordinario all’Università degli Studi di Brescia, vede tra i relatori – oltre al dott. Guido Romano, Componente della Commissione di Riforma, Tribunale di Roma, sezione specializzata in materia di impresa –  anche gli avvocati Maria Valente, del Foro di Brescia, e Antonio de Paoli, partner Andersen, e il dott. Davide Scaffidi, della sezione specializzata in materia di impresa del Tribunale di Brescia. Aprono il seminario, i saluti istituzionali del dott. Claudio Castelli, Presidente della Corte di Appello di Brescia, e del dott. Vittorio Masìa, Presidente del Tribunale Ordinario di Brescia.

 

Mercoledì 12 aprile  |  15.30-18.30
Corte di Appello di Brescia – Aula Campanato

Evento riservato agli avvocati, accreditato dall’Ordine degli avvocati di Brescia (3 crediti formativi)

 

La revisione dell’arbitrato

La revisione dell’arbitrato nel codice di procedura civile è un risultato del processo di rinnovamento del diritto civile portato avanti con la Riforma Cartabia, che introduce alcune significative modifiche, mirate principalmente a promuovere l’arbitrato come soluzione alternativa per la risoluzione delle controversie e a ridurre il carico dei tribunali ordinari.

Le novità principali della revisione dell’arbitrato nel codice di procedura civile riguardano l’arbitrato rituale, ovvero quello che si conclude con un laudo che ha gli stessi effetti di una sentenza giudiziaria (art. 824-bis c.p.c.). L’arbitrato irrituale, invece, rimane sostanzialmente inalterato.

Tra le principali innovazioni, la riforma ha affrontato la cosiddetta translatio iudicii, che regola la possibilità di passare dal giudizio arbitrale a quello ordinario e viceversa. Ora è previsto espressamente che la richiesta di arbitrato abbia gli stessi effetti sostanziali di una domanda giudiziale.

Un’altra novità rilevante è la possibilità per gli arbitri di adottare misure cautelari se le parti vi consentono espressamente. Ciò può rappresentare un ulteriore incentivo a scegliere l’arbitrato come metodo di risoluzione delle controversie invece del giudizio ordinario.
La revisione dell’arbitrato nel codice di procedura civile rafforza anche gli aspetti legati alla trasparenza nel processo dinanzi al giudice privato. Gli arbitri potranno essere oggetto di ricusazione da parte delle parti coinvolte nella controversia per gravi motivi. È previsto che l’arbitro rilasci una dichiarazione formale al momento dell’accettazione dell’incarico, indicando tutte le circostanze che potrebbero essere motivo di ricusazione, garantendo così la sua imparzialità e indipendenza. La mancata presentazione di tale dichiarazione rende la nomina dell’arbitro invalida.

Se è necessario rivolgersi al tribunale per la nomina dell’arbitro, questa deve avvenire nel rispetto dei criteri di rotazione e trasparenza.
Infine, altre novità significative riguardano il laudo straniero (con la previsione dell’esecutività del decreto con cui il presidente della Corte d’appello conferma l’efficacia del laudo straniero di condanna) e l’ambito dell’arbitrato societario, la cui disciplina è stata trasferita dal vecchio d.lgs. 5 del 2003 all’interno del codice di procedura civile.