Public Law in Action 23 maggio 2023 – Le ultime dal mondo dei Contratti Pubblici
Il dipartimento di Public Law dello studio pubblica il nuovo focus sul diritto amministrativo e sul settore energetico Public Law in Action.
Il documento include un approfondimento sulla sentenza del Consiglio di Stato del 2 Maggio 2023, in cui non sussisterebbe in capo al giudice alcun obbligo di originalità espositiva nel motivare le sentenze, ben potendo questi richiamarsi alle argomentazioni contenute negli scritti delle parti, ove esigenze di celerità processuale giustifichino la definizione della questione con sentenza in forma semplificata.
Un assunto che trova conferma anche nel nuovo Codice dei contratti pubblici che si ispira ai principi di semplificazione, celerità e raggiungimento del risultato.
I giudici di Palazzo Spada sono intervenuti per dirimere una questione relativa ad un procedimento di espropriazione per pubblica utilità, finalizzato alla realizzazione di un’opera ricompresa fra gli interventi di attuazione del PNRR che ha dato modo al Consiglio di affrontare la disamina del principio di risultato che connota gran parte dell’evoluzione normativa e giurisprudenziale in materia di contratti pubblici.
Con la sentenza n. 4422 il Consiglio di Stato ha richiamato l’ormai consolidato orientamento giurisprudenziale della Corte di Cassazione secondo cui l’onere motivazionale delle sentenze non esigerebbe l’originalità delle modalità espositive, né vieterebbe l’uso di fonti altrui.
Ad ulteriore fondamento di tale argomentazione la pronunzia ha affermato che “tale modalità redazionale della sentenza è stata di recente confermata dal nuovo codice dei contratti pubblici a conferma di un trend legislativo orientato ad assicurare la massima celerità del giudizio, attraverso strumenti di semplificazione”. È stato individuato, quindi, “un tendenziale consolidarsi di un principio di portata generale secondo cui, nel bilanciamento tra esigenze di garanzia e quelle del buon andamento del processo (omissis), le esigenze di celerità e quelle proprie dell’amministrazione c.d. di risultato, giustificano l’ammissibilità di tecniche motivazionali finalizzate a semplificare la fase di stesura della motivazione”.
Appare, infatti, particolarmente in linea con il testo del nuovo Codice degli appalti pubblici il riferimento, contenuto nella sentenza in esame, dove si legge che “(omissis) esigenze di celerità e quelle proprie dell’amministrazione c.d. di risultato”, espressione questa che chiaramente rimanda al tanto discusso principio di risultato, sancito dall’art. 1 del D.Lgs. 35/2023 secondo cui la finalità principale che le stazioni appaltanti devono perseguire nell’esercizio delle loro attività di scelta del contraente privato consiste proprio nell’affidamento della gara con la massima tempestività. Ciò nell’ottica della celerità cui si riferisce la stessa pronuncia ma sempre nel rispetto del rapporto tra qualità e prezzo dell’offerta che l’Amministrazione deve garantire applicando la combinazione tra trasparenza, legalità e concorrenza.
Newsletter 23 maggio 2023 – Public Law in Action
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